Senso e Spazio

28 gennaio 2022. Mese numero ottordicimillantaquattresimo di pandemia.

Mi chiamo Ilaria, al momento ho 36 anni e tre quarti e osservo questa pagina bianca virtuale implorando i miei pensieri di mettersi in fila indiana ordinata per uscire fuori, anziché comportarsi come la mandria di gnu del Re Leone aizzata dalle iene.

Mi è sempre piaciuto scrivere, ma in questi mille anni di pandemia qualcosa dev’essere andato storto. Le prime avvisaglie risalgono a prima della pandemia.

Mi capitava spesso di guardarmi intorno cercando di trovare un senso alla comunicazione col prossimo e non trovarlo. Con l’arrivo della pandemia le cose sono peggiorate moltissimo: ognuno ha una Verità inconfutabile, sa come gira il mondo e vuole in ogni modo catechizzarti. Sono davvero poche le persone che concepiscono l’idea che le convinzioni personali NON siano la Verità ma semplicemente il proprio punto di vista, e come tale non solo non può mai essere oggettivo ma può anche facilmente essere una cacata spaziale. Magari a parole sono i primi sostenitori della libertà per tutto il sistema solare, ma nei fatti si comportano in maniera opposta. Loro è la Verità, l’Oggettività e la Sapienza. Li ho sempre guardati tutti con tutta l’incapacità di comprensione di cui sono capace, ho ascoltato tutti e non ho dato loro molto della mia opinione. Non ce n’era lo spazio. Soprattutto, non ne trovavo il senso. Tanto siete tutti già convinti, che cosa volete da me adesso? Che senso ha?

L’ultimo blog che ho portato avanti con continuità risale ad una decina di anni fa. Descrivevo cose che mi passavano per la mente ad un destinatario specifico che restava sottinteso sempre. Una specie di amico immaginario, un “caro diario” con un nome, mettiamola così. Il blog si chiamava Bloggolo e, ironia della sorte, la sezione ricordi di facebook mi riporta che il primo post risale proprio ad oggi nel 2011. Dopo un paio d’anni, credo, l’ho eliminato e da allora la domanda che mi ha impedito di sentirmi libera di scrivere è rimasta lì, di sottofondo ad ogni tentativo, esplodendo come Mentos in una bottiglia di Coca Cola negli ultimi due anni. Ma che senso ha?

Poi ho deciso che ha ragione Vasco: sai che cosa penso? Che se non ha un senso domani arriverà lo stesso.

E poi ho fatto un fioretto: se non sento che ci sia spazio, devo crearmelo da sola.

Quindi rieccomi qua: sono Ilaria, ho 36 anni e tre quarti, un groviglio di pensieri che si comportano come la mandria di gnu del Re Leone aizzata dalle iene, e cercherò di esprimermi il più possibile, in qualche modo. Poi arrederò anche in modo più gradevole questo angolino. Per ora, mi limito ad iniziare.